Piero della Francesca o dell'arte non eloquente by Berenson Bernard

Piero della Francesca o dell'arte non eloquente by Berenson Bernard

autore:Berenson, Bernard [Berenson, Bernard]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Postfazione

di Luisa Vertova

Il Destino può essere un imprevedibile figlio della Curiosità: per me nacque il giorno in cui, neolaureata, accompagnai due amici fiorentini a visitare un vecchio storico dell’arte confinato nella sua villa presso Firenze, nota come I Tatti. Era il marzo del 1943. Bernard Berenson, nato in Lituania, cresciuto a Boston, educato alla Harvard University, emigrato dopo la laurea in Italia, dove si era convertito alla connoisseurship grazie a Giovanni Morelli (alias Ivan Lermolieff) e al cattolicesimo grazie all’abate di Monte Oliveto presso Siena, risultava allora – a causa del suo passaporto americano – un prigioniero di guerra sorvegliato in casa propria. Quel privilegio non fu duraturo: dal settembre del 1943 al termine del conflitto, Bernard Berenson abitò sotto falso nome presso il marchese Filippo Serlupi Crescenzi, sequestratario ufficiale della proprietà I Tatti e suo segreto protettore; e in quel comodo, benché precario, nascondiglio, al riparo dall’esercito tedesco, il vecchio Berenson alternava le sue letture con gli appunti delle sue riflessioni. La sorprendente sopravvivenza e lucidità mentale di quell’ottantenne favorì, nell’immediato dopoguerra, la richiesta di articoli: nel 1945 la rivista Il Ponte pubblicò i suoi timori per la ricostruzione del centro di Firenze devastato dalla guerra; sempre nel 1945 Berenson contribuì con una introduzione al catalogo della mostra di pittura francese allestita in Palazzo Pitti. Quel catalogo fu stampato da una casa editrice, la Electa, appena fondata a Firenze da un intraprendente industriale senese, Dario Neri. Lo stesso editore volle subito pubblicare (1946) la versione italiana, curata da Achille Malavasi, di uno studio che Berenson aveva dedicato, nel 1909, a un pittore senese del Quattrocento, detto il Sassetta. Poco dopo (1948), in gara con un editore americano del testo inglese e con l’editore parigino della versione francese, Dario Neri pubblicò anche il volume Estetica etica e storia nelle arti della rappresentazione visiva per lui tradotto dall’eminente anglista Mario Praz.

Nel 1949 il berensoniano Sketch for a Self-portrait usciva alle stampe, contemporaneamente, a Londra (presso Constable) e a New York (presso Pantheon), mentre a Firenze appariva, grazie a Electa, la versione italiana, affidata al poeta Arturo Loria. Pochi mesi dopo avere stampato quel sincero Abbozzo per un autoritratto la Electa, ancora fiorentina, lanciava il primo dei quattro saggi da me curati e tradotti in italiano, cioè il Piero della Francesca o dell’arte non eloquente (1950), al quale seguirono, nel 1951, i volumetti su Caravaggio e su Vedere e sapere, e, nel 1952, quello su L’Arco di Costantino o della decadenza della forma. Il testo inglese di quei quattro saggi apparve a Londra, nel 1953 e 1954, in seguito al loro successo italiano; e quel successo era il frutto di una quotidiana collaborazione fra una ricercatrice indefessa – quale ero io oltre mezzo secolo fa – e un vegliardo dalla lucida memoria, incline a rimeditare e riformulare i suoi pensieri sull’arte visiva.

Firenze, ottobre 2006



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